Una sera di dicembre 1990, quattro amici legati da una grande ed inesauribile passione, la moto, fantasticano progettando le vacanze estive dell’anno in arrivo. Comincia così a prendere forma l’affascinante progetto per questo viaggio: NORDKAPP, ovvero 10.000 chilometri su due ruote.
Un classico per i veri motociclisti, certo, ma quando ne parli in prima persona, subito ti senti circondato da ammirazione e rispetto. Si, è vero, in parecchi ci hanno preso per pazzi, ma sotto sotto…invidia! E così, deciso: nell’estate ‘91 si va a Capo Nord.
Due coppie, due moto: Claudio & Silvia in sella ad una gloriosa Moto Guzzi Le Mans III (circa 150.000 chilometri percorsi in 9 anni) e Graziano & Novella su di una Suzuki Djebel 600. Per l’occasione la Guzzi indossa una magnifica livrea tricolore mentre il Djebel si “inventa” un funzionale portapacchi e così si comincia ad organizzare.
Io, Silvia, l’incaricata ufficiale alla stesura del programma, telefono alle Ambasciate di Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia, prendo una giornata di ferie e le visito, raccogliendo valanghe di depliants e materiale informativo; solo per la Svezia devo contattare l’Ufficio del Turismo, a Milano, da cui ricevo per posta il materiale richiesto. Mi procuro inoltre riviste ed articoli con reportages di viaggi analoghi, studio a fondo la documentazione, mescolo i dati ed ecco elaborato itinerario e roadbook, tappa per tappa. Brennero, Monaco, Amburgo, imbarco a Puttgarden, Copenaghen, sbarco a Helsingborg, Stoccolma, imbarco per Turku, Helsinki e poi su per la Finlandia, la regione dei Mille Laghi, La Lapponia, Nordkapp finalmente e poi giù lungo i fiordi della Norvegia. Durata prevista del viaggio: un mese, periodo: giugno, per ammirare il sole di mezzanotte.
Dalla documentazione emerge che gli alberghi sono piuttosto cari, del resto non vogliamo portare le tende per non sovraccaricare le moto e per…poter dormire decentemente! Ci consigliano gli ostelli per la gioventù oppure i bungalows nei campings ed ancora le camere private. Vedremo, intanto ci tesseriamo all’Associazione Italiana Ostelli per la Gioventù (A.I.O.G. a Roma, in via Cavour, lire 20.000 a persona).
Per una serie di contrattempi, il viaggio viene successivamente spostato a luglio, ma per come è andata meteorologicamente la stagione, non sembra essere poi un gran male… Purtroppo, a fine maggio, per Graziano & Novella svanisce la prospettiva della partenza: un licenziamento inatteso rivoluziona i programmi. Claudio ed io decidiamo di partire ugualmente, da soli, sabato 29 giugno.
Il nostro Moto Club, il Regimentals di Ciampino, di recentissima costituzione, decide di sponsorizzare l’iniziativa, anche per propagandare il Moto Club stesso. Ci dichiariamo disposti ad “impecettarci” da capo a piedi ed in cambio otteniamo un congruo contributo all’acquisto di un treno di gomme nuove.
Nelle due settimane antecedenti la partenza, per Claudio si materializza un tour de force per la preparazione di Cucciola, il nostro fedele “Guzzone” della cui manutenzione Claudio si è sempre occupato personalmente. Non ve lo avevo detto? Anche la verniciatura tricolore è frutto di una sua idea e del suo lavoro con la collaborazione del Direttore Sportivo del Regimentals, Gianfranco.
Dunque, dicevo, la messa a punto di Cucciola avviene nel corso di serate, ed anche nottate, di lavoro: sostituzione olio motore e filtro, sostituzione olio del cambio e del cardano, spurgo dell’impianto frenante e sostituzione delle relative pasticche, sostituzione olio della forcella, revisione degli ammortizzatori, messa in fase, carburazione, montaggio supporti borse laterali e…OK, la moto è pronta! Nel frattempo io preparo l’occorrente per un mese di viaggio e, anche se fuori la temperatura si aggira sui 30°, prendo maglioni di lana, golette per i caschi, guanti invernali e sottocaschi. Inutile precisare che il viaggio ci vedrà indossare tute di pelle con relativi stivali.
29 giugno: partenza! Autostrada? No grazie! E’ il nuovo motto da quando il nostro Governo ha avuto la bella pensata di equiparare il pedaggio moto a quello auto, così si va per statali. Una volta presa la E45, deviamo su Assisi per iscriverci al raduno e far aumentare il numero di partecipanti del nostro Moto Club, poi si riprende il viaggio. Arrivati a Cesena, lo credereste? Arriva la pioggia. Non è certo un evento non preventivato quando abbiamo organizzato questo viaggio, ma insomma non ci aspettavamo di prenderla già il primo giorno ancora in Italia. Lo sgrullone ci coglie in prossimità di un provvidenziale cavalcavia sotto il quale ci fermiamo, ancora asciutti. Sono le 13:00, consumiamo i panini che ho preparato e indossiamo le antipioggia. L’acqua ci accompagna sino ed oltre Ravenna per poi ritornare a Padova con un temporale di durata assai breve ma di intensità violentissima. Scopriremo poi, con sollievo, che le borse hanno retto bene il collaudo e si sono dimostrate ermetiche. Quando arriviamo in Trentino ci accoglie un bel sole che ci seguirà fino a Bressanone, dove ci fermiamo per la notte.
30 giugno: ci alziamo di buon’ora, senza esagerare. Il sole splende sulle cime alpine che ci sono tanto care. Alle 08:30 balziamo in sella ed affrontiamo le curve che ci portano al Brennero. Lo spettacolo è fantastico, il motore canta e Claudio ci dà, nonostante il bagaglio. Al confine non ci controllano nemmeno e riprendiamo la statale fino ad Innsbruck dove ci immettiamo sull’autostrada per Monaco. Di un fiato arriviamo a Norimberga, dove ci fermiamo per una rapida visita alla Königstrasse e per un panino, dopodiché proseguiamo per Würzburg. Le autostrade tedesche sono molto affollate e tenere la nostra velocità costante di 150 Km/h è piuttosto problematico. Sulla corsia normale infatti vanno piano (100/120 Km/h), mentre su quella di sorpasso (ricordiamo che in Germania non c’è limite) tutti vanno sui 190/200 Km/h e giustamente non vogliamo affaticare la moto a quelle medie. A Würzburg la ricerca di un posto per dormire è piuttosto laboriosa. Alla fine troviamo un bettolino (che però vuole 64.000 lire!!!). La città è piacevole, in tipica architettura anseatica e troviamo anche una festa paesana con piacevole complessino, wurstel, fiumi di birra e relativi crucchi ubriachi ma cordiali.
1 luglio: la giornata inizia con una ricca prima colazione che rivaluta alquanto il bettolino. Poi imbocchiamo l’autostrada per i nostri 600 chilometri giornalieri. Il sole ci sorride, ma all’altezza di Kassel il tempo cambia di colpo e la pioggia ci costringe ad indossare le tute. L’autostrada è intasatissima, ci sono frequenti deviazioni per lavori e ogni tanto siamo costretti a soste forzate. Claudio, con le borse, non si sente in vena di “imbucarsi” ma alla fine non ce la fa più e si infila nello spazio fra le due file di auto che, con nostra grande sorpresa, si aprono per agevolarci il passaggio. Il pranzo consiste in un bel wurstel gigante con patatine in un’area di servizio debitamente attrezzata di tavolini e panchine.
Incredibili le aree di servizio tedesche! Il tempo è variabile e la pioggia rende difficoltosa la guida, cosicché arriviamo a Lubecca solo alle 16.
A questo punto comincia un’affannosa ricerca dell’albergo (o sono troppo cari o sono completi) che si conclude in un altro bettolino che non ha il bagno in camera ma solo la doccia (per 70.000 lire!!!). Alle 17:30 approfittiamo del resto del pomeriggio per una rapidissima visita a Lubecca, che è una città molto ariosa e piacevole. Ammiriamo l’originale Rathaus e l’esterno della potente Marienkirche. Purtroppo è ormai tardi per entrare. Gustiamo un veloce pasto in un localino in riva alla Trave e concludiamo con un maxi gelato questa faticosa giornata.
2 luglio: ci alziamo alle 7:30 sotto una pioggia battente, consumiamo una ultra abbondante colazione che ci consentirà di saltare il pranzo e imbocchiamo l’autostrada per Puttgarden. Qui ci imbarchiamo al volo sul traghetto per Rodby, in Danimarca (35 DM) dove arriviamo dopo un’ora di tranquilla navigazione. Prendiamo l’autostrada per Copenaghen e alle porte della capitale danese la pioggia finalmente ci abbandona. Decidiamo di sfruttare le nostre tessere e ci rechiamo nel locale Ostello della Gioventù dove troviamo una stanza con due letti a castello, ovviamente senza bagno, per l’esorbitante somma di Lire 17.500 a persona, compreso nolo biancheria. E’ un’esperienza simpatica anche se abbiamo 30 e 34 anni, ma in fondo siamo ben allenati con il campeggio. Alle 15:00 siamo al centro di Copenaghen che giriamo a piedi ammirando il Rådhus (Municipio), la Amalienberge, la Sirenetta e godendo gli spettacoli offerti dai bravissimi artisti di strada. Concludiamo la giornata al Tivoli, il grande parco di divertimenti , dove mangiamo al ristorante jugoslavo che si rivela il più abbordabile (30.000 lire/persona) come prezzo. Ascoltiamo anche un concerto di musica classica e infine rientriamo.
3 luglio: E’ una magnifica giornata di sole e ci attende una tappa di 600 chilometri per Stoccolma.
Ci rechiamo ad Helsingør dove rapidamente ci imbarchiamo per Helsingborg, in Svezia. Lasciando la Danimarca ammiriamo il castello di Amleto. La traversata dura appena 15 minuti, passiamo il controllo doganale e affrontiamo la Svezia. Non c’è autostrada tranne che in brevi tratti, ma per il resto si tratta di una superstrada molto agevole. I limiti di velocità oscillano fra i 90 e i 110 Km/h ma vediamo che i locali non sono molto ligi e così ci assestiamo sui nostri 150 Km/h. Il paesaggio è vario e molto bello. Tra laghi e pinete, colline e ampi pascoli, ci avviciniamo a Stoccolma. Il pranzo consiste in una banana nelle solite aree di servizio dove incontriamo una coppia di Barcellona in sella ad una Yamaha FJ 1200 che sta seguendo il nostro itinerario. Da Barcellona ad Amsterdam hanno preso quattro giorni consecutivi di pioggia…ci consoliamo! A 150 chilometri dalla capitale svedese, Cucciola comincia a scoppiettare disperatamente e ad impuntarsi. Ci fermiamo dando la colpa alla benzina svedese, ed invece Claudio scopre che la messa in fase è andata a puttane. Rapida rifasatura e carburazione e ripartiamo con il motore che canta allegramente. Arriviamo a Stoccolma alle 18:30 e ci rechiamo, con qualche difficoltà di interpretazione della piantina, agli ostelli. Il primo è completo, al secondo invece ci danno una camera in extremis. Questo ostello è meno moderno ed efficiente di quello di Copenaghen, però è più caro: 25.000 lire/persona, sempre con nolo di biancheria.
Per la cena risolviamo entrando in un supermercato (aperto fino alle 21:00), dove compriamo pane, salmone, affettato, formaggio, pesche, birra e Coca fresche, nonché coltelli e forchette di plastica e ci rechiamo nel vicino parco pubblico attrezzato con tavoli e panche. E’ molto piacevole cenare alle 20:30 ancora con la piena luce del giorno. Ormai siamo molto a nord e la notte è quasi scomparsa.
4 luglio: Stoccolma ci sorride con un sole meraviglioso. Liberiamo velocemente la stanza, depositiamo borsa da serbatoio, caschi e tute all’ostello, noleggiamo due belle biciclette e visitiamo in modo assai divertente e pratico la città. Ammiriamo il Pantheon svedese, il palazzo reale, il museo Vasa e il municipio, dove saliamo sulla torre per fare splendide foto a Stoccolma dall’alto. Il pranzo lo consumiamo al self-service dei grandi magazzini. La preoccupazione è trovare posto sul traghetto per Turku, in Finlandia. Ci rechiamo alla Viking Line e alla Silja Line, le due compagnie che effettuano il servizio ed entrambe ci dicono che per la moto non possono fare la prenotazione e che dobbiamo tentare presentandoci di buon’ora all’imbarco. Optiamo per la Viking Line e alle 19:00 ci mettiamo in fila (la partenza è alle 21:15). Con un vago senso di angoscia attendiamo le 19:45, ora di inizio del check-in. Con noi ci sono altre tre moto con targa finlandese. Al check-in con sorpresa vediamo arrivare due ragazze che iniziano le operazioni di imbarco. Vado a chiedere, in inglese, che possibilità ci sono e mi rispondono con un sorriso che “motorbike OK” e ci invitano a fare i biglietti. La nave è semplicemente stupenda, al confronto i nostri traghetti per la Sardegna sono delle carrette. Passiamo la notte un po’ precariamente su delle poltroncine reclinabili.
5 luglio: Alle 08:00, ora finlandese (1 ora avanti), sbarchiamo a Turku. Diamo una sbirciata esternamente alla cattedrale gotica di Turku e velocemente percorriamo i 165 chilometri che ci separano da Helsinki. Il tempo è ottimo. Ad Helsinki ci fermiamo a studiare la piantina per arrivare all’ufficio informazioni. Subito si ferma un motociclista locale ad offrirci aiuto. All’ufficio turistico l’impiegata parla italiano e ci indirizza ad un cosiddetto albergo economico. L’aspetto lo è, infatti si tratta di dormitori per studenti adibiti in estate ad albergo (senza bagno in camera), il prezzo lo è un po’ meno (81.000 lire con la colazione)…e gli alberghi non economici? Ci facciamo una bella doccia ed affrontiamo Helsinki.
La quale Helisinki è una città dotata di soli parcheggi a pagamento e senza parcheggi specifici per motocicli. Dopo qualche vano giro del centro, con italica abitudine ci infiliamo in un angolino appartato. La visita è molto rapida anche perché la figlia del Baltico è moderna e tutto sommato alquanto freddina come atmosfera. L’unica nota pittoresca è il mercato stracolmo di frutta che acquistiamo in abbondanza dopo aver constatato che costa meno che da noi. La vendono a “litri” riempiendo dei buffi boccali in metallo. Una rapida ricognizione ci fa scoprire che la Finlandia è molto più cara dei Paesi finora attraversati, così arrangiamo la cena nel solito supermercato dove prendiamo anche dei piatti pronti che andiamo a consumare nella nostra stanza. Siamo piuttosto stanchi dopo la scomoda notte in nave, così ci corichiamo molto presto.
6 luglio: Dopo una gran bella dormita, ci apprestiamo a ripartire. Anche oggi è una splendida giornata serena e allegramente puntiamo con decisione a nord. La strada è ottima ed i chilometri scorrono rapidi in un paesaggio stupendo, tra abetaie e boschi di betulle, punteggiato di decine e decine di laghi blu, alcuni piccolissimi altri immensi. Di tanto in tanto vediamo transitare innumerevoli tronchi trasportati via fluitazione. Pranziamo in un’attrezzata area di parcheggio consumando dei panini frutto residuo della cena di ieri, e decidiamo di sfruttare le ottimali condizioni di viaggio per inglobare due tappe, così percorriamo circa 850 chilometri e arriviamo a Rovaniemi, capoluogo della Lapponia e città di Babbo Natale, ubicata sul circolo polare artico. Facciamo le foto di rito, prendiamo il certificato di avvenuto passaggio del circolo e per dormire prendiamo un cottage nel campeggio posto proprio dietro il Santa Klaus Village. Anche il cottage è senza bagno, comunque è relativamente economico (60.000 lire). Sulla cena sorvoliamo pietosamente perché è la peggiore da quando siamo in viaggio. Ormai a questa latitudine non c’è più la notte e notiamo, mentre andiamo a dormire, un preoccupante annuvolamento. Dimenticavo: come eravamo stati informati, il Napapiiri (circolo polare) è infestato da miriadi di zanzare per le quali ci eravamo attrezzati di apposito Autan.
7 luglio: Il tempo si annuncia variabile ma sembra tenere. Ci avviamo ulteriormente verso nord mentre il paesaggio si fa sempre più vario, alternando desolati tratti di tundra a ridenti laghetti in un susseguirsi di saliscendi tra dolci colline. Di quando in quando le renne attraversano la strada . La temperatura scende di colpo, costringendoci ad indossare i maglioni ed i guanti invernali. La guida di Claudio è disturbata da un vento insistente. A 5 chilometri dal confine finnico/norvegese si sfiora il dramma: per un tratto di almeno 3 chilometri la strada è sterrata, con sabbia alta e breccioloni. Io sono costretta a scendere e ad andare a piedi mentre Claudio, piedi a terra, barcollando supera il difficile tratto. Senza subire controlli doganali, entriamo in Norvegia. Qui il paesaggio muta radicalmente. Ormai è vera e propria montagna, con tanto di cime innevate. Il primo assaggio dei fiordi è uno spettacolo di selvaggia bellezza. Il vento si fa più violento e Claudio è costretto a dar fondo a tutta la sua perizia per tenere Cucciola. A 100 chilometri dalla nostra ambita meta, Nordkapp, uno sgrullone di pioggia ci costringe alla sosta. Sull’asfalto viscido, resistere alle raffiche di vento che sollevano la ruota anteriore, è impossibile. Siamo in località Russenes dove esistono solo dei camping. Affittiamo un cottage (sempre senza bagno) per 45.000 lire. La temperatura è decisamente invernale, quindi accendiamo il riscaldamento. Essere giunti così vicini alla “cima d’Europa” ed esserci dovuti fermare, ci fa sentire alquanto frustrati. Con sollievo vediamo il tempo migliorare. Ceniamo nell’unico locale esistente, tipo fast-food e pensiamo con rammarico che non vedremo il sole di mezzanotte.
8 luglio: Alle 7:00 siamo già in sella, pronti ad affrontare l’ultimo tratto. Il tempo muta di curva in curva, alternando violenti sgrulloni ad ampie schiarite. Il vento imperversa ancora fortissimo. Il paesaggio è aspro, ostile, selvaggio, ma affascinante. Ci imbarchiamo a Kafjord alle 08:05. Il biglietto per due persone e la moto costa 122 NOK e scopriremo poi che è valido anche per il ritorno. Dopo circa 15 minuti sbarchiamo a Honningsvag, ridente e incredibile cittadina ai confini del mondo. Mancano 33 chilometri alla meta, sono chilometri duri, al vento ed alla pioggia intermittente si aggiungono tratti di sterrato impegnativo il tutto condito da una temperatura che è appropriato definire polare e per la quale si
rivela appena adeguato l’equipaggiamento invernale da noi portato, sulla base dell’esperienza dei molti raduni fatti in gennaio e febbraio. Alla fine ci siamo: con il cielo finalmente sereno, il mitico cartello NORDKAPP ci sorride. Abbiamo percorso 4.941 chilometri.
Per entrare alla spianata bisogna pagare 90 NOK a persona che consentono l’accesso all’attrezzato “Centro esperienza di Capo Nord” dove è possibile seguire, su comode poltroncine in locali chiusi e debitamente riscaldati, lo spettacolo del sole di mezzanotte. E’ comunque magnifico osservare la desolata, infinita tranquillità del Mar Glaciale Artico che si stende davanti a noi.
Siamo in cima all’Europa!
Scattiamo un’infinità di foto, compriamo le cartoline e le spediamo nell’apposita buca con annullo speciale Nordkapp. Assistiamo allo spettacolare videograph su Capo Nord, consumiamo un rapido pasto e riprendiamo la via del ritorno. Ci imbarchiamo alle 14:00 sotto una pioggia battente e sul traghetto indossiamo le tute antipioggia. I 70 chilometri per tornare a Russenes si annunciano da tregenda ed invece alla terza curva il cielo diventa azzurro e c’è un bel sole, anche se il vento non accenna a calare. Imbocchiamo la strada per Alta ed il paesaggio si fa magnifico, tra montagne innevate, boschi, ruscelli ed il mare che si insinua nei fiordi. La strada è assai agevole ed il motore romba più allegro che mai. Arriviamo ad Alta, dove abbiamo deciso di trascorrere la notte e Claudio si distrae a guardare le indicazioni degli alberghi infilando la moto in un mucchio di sabbia (velocità 10 Km/h.) Ci adagiamo morbidamente a terra, Cucciola non riporta danni, ma Claudio ha un piede indolenzito perché ha cercato di trattenere la moto. Speriamo bene…nel frattempo lo massaggio con balsamo Sifcamina. Per festeggiare Capo Nord abbiamo deciso di fare una gran cena e di dormire in una stanza seria, così andiamo all’hotel SAS e spendiamo 85.000 lire per la stanza (ci aspettavamo anche di più…) e 80.000 lire per la cena, lievitata per la meritata pazzia di un’ottima bottiglia di vino.
9 luglio: Piove. Tutti imbardati ci prepariamo alla tappa di oggi. Il piede di Claudio sta abbastanza bene, ma lui è stravolto da un attacco di sinusite. Partiamo per la tortuosa strada che segue il dedalo dei fiordi. La pioggia cade leggera ed insistente, ma fortunatamente non c’è vento. Il paesaggio è grigio e cupo ma si intuisce magnifico. La guida si complica per lunghi tratti di sterrati fangosi. Stanno facendo dei lavori stradali, ma qui sfasciano l’intera carreggiata per chilometri e chilometri. Alle 12:00 abbiamo percorso appena 150 chilometri e cominciamo a dubitare di raggiungere Andselv, meta prevista. Poi smette di piovere, la strada si asciuga e l’andatura si fa più spedita. Traversiamo un valico pieno di neve e scendiamo di nuovo al mare, trovando i tralicci dove stanno facendo essiccare i merluzzi. Scattiamo delle belle foto. Alle 16:00 raggiungiamo la meta ed andiamo all’ostello della gioventù (65.000 lire, nolo biancheria e colazione inclusi). Claudio è distrutto e ne approfitta per una pennichella. Per cena occorre accontentarsi di uno squallido fast-food, unica possibilità di ristoro qui esistente.
10 luglio: Il cielo è coperto e ci prepariamo alla tappa indossando le antipioggia. Il tempo però tiene e per tutto il giorno resterà nuvoloso senza piovere. Appena prima di Narvik deviamo a destra verso gli arcipelaghi delle Vesterålen e delle Lofoten. Il paesaggio è bellissimo, purtroppo l’assenza del sole lo rende un po’ grigio. Per le Vesterålen non servono traghetti perché ci sono dei ponti di collegamento. A Melbu ci imbarchiamo per le Lofoten che si presentano spettacolari. Sono cime alpine innevate che sorgono direttamente dal mare, un mare cristallino con splendide sfumature di un verde intenso. In questo scenario arriviamo a Svolvaer dove decidiamo di reimbarcarci per Skutvik. La traversata dura più di due ore, durante le quali prendiamo un ottimo piatto di salmone. Quando sbarchiamo, decidiamo di inglobare ancora una tappa e tiriamo dritto fino a Fauske. La strada è un susseguirsi di tunnel per i quali bisogna anche pagare il pedaggio. Alle 19:30 arriviamo a Fauske dove, dopo un infruttuoso tentativo di trovare posto in albergo, alloggiamo al locale ostello (70.000 lire con nolo biancheria e colazione) e qui ceniamo anche.
11 luglio: Ci alziamo mentre piove a dirotto ed è sotto la pioggia che affrontiamo la lunga tappa per Trondheim (700 chilometri). I chilometri scorrono lenti ed arriviamo al circolo polare artico in mezzo ad un desolato tratto di tundra. Ci fermiamo per le foto di rito e prendiamo una cioccolata calda e una fetta di dolce che saranno il nostro pranzo. La temperatura è piuttosto rigida e riprendiamo il cammino in un paesaggio alpino. In mezzo ai monti smette di piovere ed il nostro ritmo si fa più disinvolto. Tra valli e cascate Cucciola marcia allegra, ma ad un tratto Claudio avverte strani sbarellamenti al posteriore. Con sgomento realizziamo di aver forato in una zona sperduta. Claudio appronta la bomboletta gonfia e ripara gomme comprata nuova prima della partenza, che però si rivela fasulla. Passiamo momenti di sconforto ed io decido di fermare la prossima moto che passerà. Tra le frotte di motociclisti che salgono verso Capo Nord, fermo tre danesi con lunghi baffi biondi ed imponente presenza vichinga. In men che non si dica ingiungono a Claudio di tirar giù la gomma, sostituiscono la camera d’aria (ne avevamo portata una di scorta), rimontano il pneumatico e gonfiano il tutto con un aggeggio applicato al posto di una candela. Tempo impiegato: 10 minuti! Ringraziamo di cuore invitandoli a venire a trovarci a Roma. Uno dei vichinghi, il più gigantesco, mi dà il biglietto del loro Moto Club, promettendo assistenza in tutta la Danimarca…Urka ragazzi! Ripartiamo e riprende a piovere…sono le 16:00 e dubitamo molto di arrivare a Trondheim, per la quale mancano ancora 300 chilometri. Quando ne mancano 120 il tempo si mette di colpo al bello, permettendoci di vedere finalmente i fiordi nel loro splendore. Ci fermiamo in un motel a 15
chilometri dalla meta, dove per 90.000 lire ci danno una stanza lussuosa con vista mare, bagno, TV, telefono e la colazione. Ceniamo alla cafeteria del motel ed assistiamo al tramonto sul fiordo.
12 luglio: Ci alziamo in una bella giornata serena e ci rechiamo a Trondheim a vedere la splendida cattedrale gotica. Quindi ci dirigiamo su Oslo. La strada è trafficatissima , tutti sono partiti per le ferie con camper e roulottes. Si sale in montagna ed è impressionante percorrere chilometri e chilometri senza incontrare una casa, un centro abitato, in Italia è inimmaginabile. Il cielo comincia ad annuvolarsi e di lì a poco siamo di nuovo sotto la pioggia. Proseguiamo imperterriti attraversando Lillehammer, località che ospiterà le olimpiadi invernali del ’94. Finalmente arriviamo ad Oslo, dove ci rechiamo al centro informazioni per prendere una piantina della città, tramite la quale raggiungiamo il locale ostello. Purtroppo è completo, ma gentilmente ci trovano una stanza in una sorta di foresteria sulla collina dominante Oslo, una sistemazione piuttosto fuori mano ma abbastanza confortevole con l’unico difetto di non essere molto economica: 100.000 lire senza colazione!!! Dimenticavo: per andare dall’ostello all’albergo siamo stati sorpresi da uno sgrullone di pioggia violentissimo che ci ha inzuppati come pulcini. Per organizzare la cena ci siamo recati in un vicino supermercato, dove con una spesa di 40.000 lire abbiamo acquistato vettovaglie per la cena e per la colazione di domani che, come sempre, ci farà anche da pranzo.
13 luglio: Quando ci svegliamo il tempo è variabile, ma terrà poi per tutto il giorno. Ci rechiamo subito ad informarci per il traghetto diretto in Danimarca e, senza nebbia, realizziamo di aver dormito nella zona residenziale ed esclusiva di Oslo (Holmenkollen). Alle informazioni ci dicono che non ci sono corse per Hirtshals il sabato, mentre per Frederikshavn la nave parte alle 19:30. Per le moto al solito bisogna presentarsi all’imbarco. Sfruttiamo la mattinata per una visita al centro di Oslo, città molto vivace ed animata. Nel pomeriggio visitiamo l’interessante Norsk Folkemuseum ed alle 17:30 ci presentiamo all’imbarco. La fila di auto è già lunga ma alla biglietteria ci dicono che per le moto un posto si trova sempre e ci fanno mettere in cima alla fila. Questo traghetto è carissimo, almeno il doppio della Viking Line. In cima alla fila c’è un’altra moto, una Honda VFR 750 con una giovane coppia di Trier (Treviri), Germania. Stephan & Sabine, con i quali fraternizziamo. Poco dopo arriva un’altra Honda, una 1100 Custom targata…Roma, con a bordo due pazzi, Valerio e Gianmarco, partiti per Nordkapp in blue jeans e scarpe da tennis, che hanno avuto una serie incredibile di disavventure, a cominciare dalla rottura dei freni della moto ad Amburgo… Quando arriva la nave, scopriamo che non ha posti poltrona e così ci accaparriamo dei comodi divanetti al bar. Nei pressi c’è la discoteca che non ci farà chiudere occhio fino alle 02:00, ora in cui ci cacciano via perché il bar deve essere chiuso. Ci buttiamo per terra, in un angolo ma la nave non è nemmeno riscaldata e patiamo un freddo pazzesco, senza riuscire a dormire.
Piove a dirotto, il mare è in burrasca e si balla parecchio. Nella notte ci rechiamo in garage a legare le moto. Alle 07:45, stravolti, sbarchiamo a Frederikshavn.
14 luglio: Ci dirigiamo subito alla volta di Billund, dove si trova Legoland, ci arriviamo alle 10:30. Il tempo è variabile ma con prevalenza sereno. Decidiamo, malgrado la stanchezza, di visitare subito Legoland. E’ un’attrazione fantastica con la ricostruzione di città europee e monumenti di tutto il mondo interamente in mattoncini Lego. C’è anche un’interessante raccolta di giocattoli e di bambole d’epoca. Approfittiamo per prendere un ricco spiedino alla brace in una sorta di ristoro nell’ambito di un villaggio western. Usciti da Legoland ci rechiamo in direzione Vejle, fermandoci in un motel stile americano molto confortevole dove ci abbandoniamo ad una pennichella fino alle 18:00. Al risveglio Claudio decide
di fare una messa a punto alla moto, provata dagli 8.000 chilometri sin qui percorsi. Ceniamo in maniera eccellente allo stesso motel e passiamo una notte tranquilla.
15 luglio: Di buon’ora partiamo alla volta di Amburgo, dove arriviamo intorno alle 12:00. Il tempo è variabile ma tiene. Troviamo una stanza in una pensione a gestione familiare a 75.000 lire con colazione e ci dedichiamo alla visita di Amburgo. La città ci delude alquanto, anche se è senz’altro movimentata e vivace. Entriamo in un grande magazzino e qui facciamo la pazzia di acquistare due sacchi a pelo in piuma d’oca, memori del freddo patito in anni di tenda in Austria. Ceniamo in un locale tipico tedesco e ci concediamo poi un gelato in una gelateria siciliana.
16 luglio: Sotto un cielo minaccioso partiamo alla volta di Berlino. Nei primi 120 Km. di autostrada non incontriamo neanche un distributore di carburante. Per fortuna Cucciola ha una buona autonomia. Arriviamo a Berlino a mezzogiorno e cerchiamo un albergo. Dopo aver sentito prezzi pazzeschi, optiamo per una pensioncina dall’esterno squallido ma dall’interno dignitoso, per 100 DM. Siamo in pieno centro di quella che fino a due anni prima era Berlino Ovest. Visitiamo la città che è molto bella, ariosa, vivace, di chiara impronta mitteleuropea. Ammiriamo la Kaiser-Wilhelm Kirche, il simbolo della città, e poi la Porta di Brandeburgo, il Viale Unter den Linden dove i tigli diffondono il loro penetrante profumo e la Alexanderplatz, il cuore dell’ex capitale comunista. Entriamo in parecchi grandi magazzini a scoprire tante piccole curiosità. Troviamo anche una parte di Muro ancora intatto coperto, dopo la riunificazione, di splendidi murales. Alla Porta di Brandeburgo ci sono decine di bancarelle che vendono parti del Muro e modellini di Trabant, le incredibili, obsolete vetturette dell’Est che sono fatte di cartone e vanno a miscela. Si, Berlino ci fà un’ottima impressione.
La cena la consumiamo in un egregio ristorantino e poi ci ritiriamo sotto un cielo cupo mentre iniziano a cadere le prime gocce di pioggia.
17 luglio: Con sorpresa il cielo è quasi sereno. Abbiamo deciso di provare ad andare a Praga e prendiamo l’autostrada per Dresda con l’aiuto di un cortesissimo tassista che ci accompagna. Il fondo è in condizioni penose e non è possibile andare a più di 100 Km/h. Traversiamo Dresda che si affaccia con le sue chiese monumentali e prendiamo la statale verso il confine, anche questa in condizioni pietose. Arriviamo titubanti al confine e scopriamo che basta il passaporto per entrare in Cecoslovacchia. Che differenza rispetto al tempo del regime comunista! Arriviamo a Praga alle 15:00 e cominciamo a cercare un albergo. E’ alta stagione e tutti gli alberghi sono completi. Dopo tanti giri ci rivolgiamo ad una delle tante agenzie di alloggiamento sorte per iniziativa privata dopo il crollo del regime. Qui sono di una cortesia estrema e ci alloggiano in un appartamentino abbastanza centrale, per 56.000 lire. Dimenticavo: appena passato il confine, abbiamo mangiato benone con 4.000 lire in due! Facciamo rapidamente il giro del centro di Praga, che è bellissima ed emana un’intensa atmosfera di vita e di libertà. Ceniamo in un bel locale bevendo dell’ottimo vino e spendiamo 20.000 lire. Mentre siamo a cena si scatena un temporale estivo, ma anche stavolta l’abbiamo scampata.
18 luglio: Con un bel cielo sereno lasciamo Praga e marciamo verso il confine austriaco. La strada da questa parte è ottima. Poco prima del confine ci fermiamo a mangiare. Spendiamo 13.000 lire. Fuori ci sono tre bolognesi con tre Guzzi che ci chiedono un po’ di informazioni. Noi ne approfittiamo per dare a loro le corone cecoslovacche avanzate, in cambio delle lire. Passiamo il confine senza problemi ed entriamo in Austria. Non appena arriviamo in prossimità delle montagne, vediamo una pensioncina dove decidiamo di passare la notte. Ceniamo alla grande in un vicino ristorante con 22.000 lire.
19 luglio: Piove a dirotto. Partiamo tutti bardati in antipioggia e percorriamo circa 200 chilometri con la pioggia, attraversando le montagne. Poi prendiamo l’autostrada verso Villach, percorriamo un lunghissimo tunnel (per il quale c’è il pedaggio che per le moto ammonta a 100 Ösch) oltre il quale il tempo è quasi sereno. Ci fermiamo a togliere le tute, poi proseguiamo verso Lienz. Pranziamo lungo la strada e quindi giungiamo al confine di Prato alla Drava. entriamo in Val Pusteria con il sole ed un caldo pazzesco. Ci fermiamo nella nostra amata S. Vigilio di Marebbe, dove facciamo anche lavare Cucciola, quasi irriconoscibile.
20 luglio: Mestamente, in una giornata serena, ci apprestiamo a rientrare a Roma. L’uscita dalla Val Pusteria è un po’ laboriosa a causa di un intenso traffico. Abbiamo deciso di seguire la statale del Brennero fino a Modena, ma non si rivela una scelta felice perché la strada è tortuosa e piena di centri abitati. Alle 15:00 arriviamo finalmente a Modena e qui, con le tute di pelle appiccicate addosso e le teste lessate nei caschi (ci sono 36°…) decidiamo di contravvenire ai nostri principi e prendiamo l’autostrada fino a Roma Nord. Ci costerà 28.500 lire, ma alle 19:15 siamo a casa.
Abbiamo percorso 10.500 chilometri in un affascinante ed indimenticabile viaggio attraverso l’Europa.
By Coccodrilla
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