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stella alpina, scarfiotti

 

Un bivacco caldo. Caldo perché il tempo è stato clemente e per la pria volta si è potuto restare fino alle 2 di notte senza dover indossare giubbino da moto e quanto di più pesante si aveva. E calco anche perché il braciere, forse uno dei più importanti, ha scaldato vagabondi motociclisti infreddoliti in cambio di wisky scozzese e grappa “locale”.

 

 

 

 

Venerdì ore 12:00

I primi arrivi con Stelvio in pole position che manda un SMS “Sono a Bardonecchia in riva al torrente”… Mmmm indicazione precisissima tanto per ben cominciare 🙂 “Ok Gaetano, sono alla stazione, vieni in stazione i cartelli dovresti trovarli”.

Mezz’oretta dopo ecco arrivare Dancer e Macello. Il primo super attrezzato con la moto carica da paura. Il secondo con unaa piccola borsetta legata sulla moto e un tassello cosi cattivo che ho immediatamente compreso le sue intenzioni. Veloce panino (calzone farcito MY 1980) per due sfortunati avventori e una boccia di grappa alla liquirizia come carburante per la sera recuperata alla vicina wiskyteca. Ingoiato il tutto è già tempo di salire

 

Venerdì si monta il campo

La salita corre veloce. Sarà che dopo 9 anni di presenza l’abitudine ha la meglio? Inizia la strada sterrata sulla quale il GS solca con piacere (avvallamenti esclusi). Gli ultimi tornanti ed ecco comparire all’orizzonte lo Scarfiotti.

Poche moto, pochissime tende. E’ venerdì e si vede. Non perdiamo tempo ed iniziamo subito a montare il campo. Quest’anno siamo proprio attrezzati. Grazie a Dancer la cucina è completa di tavolo e poltrone, anzi troni, presidenziali.

stella alpina, scarfiotti

 

Montato il campo si scende a fare un po’ di legna. Cosi poca che praticamente disboschiamo mezzo Piemonte. E qui la nota dolente. Il Guzzi di Stelvio dopo la sosta caricalegna decide di ripartire per metà. La metà sinistra per la precisione. “Gaetano che hai fatto? Va bene che in fuoristrada il mono è meglio… Ma non intendavamo cosi…”. Niente da fare, il problema non rientra e con un po’ di sconforto si risale al campo a mezza forza. Vani i tentativi successivi di rianimare il cilindro scioperante. Controlla la candela, controlla i cavi, scollega la batteria, i fusibili, il meteo, la grappa alla liquirizia ecc… Passerà la notte consigliera e ci penseremo.

L’orario si fa interessante e nel frattempo arriva anche Giampa che ci raggiunge per cena.

Gran bel bivacco, fuoco, ciccia vino e grappa in quantità. La sera passa veloce e i discorsi stupidi anche. Alcuni cosi banali e ingenui che qualcuno li prende sul serio e, forte della sua giovane età, lancia un appunto di stupore. Macello spiega immediatamente a Veronica alcuni concetti quali “età senile”… “stress da scaricare”… ecc…

 

 

Le ore passano, la grappa alla liquirizia pure.Il San Giovese stimola una risalita in notturna al Sommelier. Giampa e Dancer inforcano le loro moto e, nel buio più totale, partono per un escursione fuori programma. Non tarderanno il rientro, la neve chiude ben presto il loro cammino verso la vetta. Ma ci regala comunque due bellissime scie luminose che vediamo disegnare tornanti lungo la costa della montagna.

 

Sabato – Salita al forte Jafferau

E’ sabato, ci si sveglia di buon ora ed ecco quasi puntuale arrivare Maxciccio che si unisce a noi. Colazione, vestirsi e via. Si scende immediatamente a Bardonecchia. Un paio di telefonate per cercare di rimettere in pista Stelvio ma l’abbandono della missione da parte sua è inevitabile. Rientrerà a Ravenna inversione “mono” con la promessa di ritentarci il prossimo anno. Si parte per la risalita al forte Jafferau. Macello, a cui lo Jaferau non piace, decide di accompagnare Stelvio sino al primo meccanico. Che scusa banale… 🙂

 

 

 

La salita inizia ripida con stretti tornanti sterrati che sembrava un sentiero a chiocciola. Arrivano le prime rovine e la strada, sempre sterrata. Ad un bivio ci fermiamo e io riparto immediatamente. Gli altri non mi seguono subito. Si saranno fermati a fare qualche foto. Proseguo da solo, assorto nei miei piensieri e nella mia soddisfazione, la salita per il tratto più bello. La strada diventa più sconnessa ma iamo fuori dal bosco e la vista è sensazionale. Gli spazi infiniti e la striscia marrone che disegna il percorso. Salgo, in seconda, un filo di gas. Lo zio Jesse si arrampica con piacere. Il suono cupo e debole del boxer macina sasso dopo sasso. Nessuno in giro. Mi fermo un paio di volte e mi guardo indietro e verso i tornanti più in basso per vedere se i miei compagni d’avventura arrivano. Ma nulla, la salita allo Jafferau è tutta mia. Una libidine. E’ bello viaggiare in compagnia, ma questo momento di solitudine e silenzio mi regalano forti emozioni.  

 

 

 

L’ultimo tratto di strada lo facciamo tutti assieme. E’ ancora più affascinante del tratto precedente. Un lungo percorso in quota si avvicina al crinale con il forte all’orizzonte li a guardarci. Li con il suo ultimo tratto più impegnativo che arrampica con un fondo pietroso veramente infernale che mette a dura prova sospensioni e braccia.

 

forte jafferau

 

Qui si cambia tecnica e si sale con una prima al limite dell’equilibrio cercando di limitare i colpi e i fondo corsa delle sospensioni non propriamente fuoristradistiche. L’arrivo al forte è appagante. Fermo la moto, scendo e tolgo l’elmo. L’aria è frizzante, siamo a 2812mt. Mi volto e guardo il percorso appena fatto. Un immagine idilliaca mi appare davanti. Vista da quassù la strada che porta al forte è ancora più spettacolare.

 

 

 

forte jafferau

 

forte jafferau

 

Gran bel percorso. Merita tutto il mio rispetto. La strada mai estremamente impegnativa anche se stancante ora della fine. Il percorso è comunque lungo. Il rientro avviene verso exile, attraverso la famosa galleria dei saraceni.

 

 

forte jafferau

 

Sabato sera, il bivacco


Uno dei più godibili. Alla fine si sono uniti, oltre a Sacks, anche tre amici di Dancer ed eravamo un bel gruppo. Il fuoco resta accesso al centro dei nostri discorsi fino alle 2 di notte. Accogliamo al caldo tre amici torinesi di passaggio, un tedesco infreddolito, un gruppo di cantici francesi con tanto di chitarra. Manca Gaetano, mi spiace, meritava proprio questa serata.

 

 

 

 


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