FrontPage › Forums › Motociclisti NetRaiders › il lavoro fa male…
- Questo topic ha 13 risposte, 9 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 18 anni, 10 mesi fa da sicanos.
-
AutorePost
-
-
30 Dicembre 2005 alle 23:19 #45293sicanosMembro
Sono qui a lavorare e aspettando la fine di una fottuta procedura di calcolo guardate cosa ho trovato:
Ecco la storia di un bibliotecario molto preciso. Sembra tutto normale ma alla fine…..
——————————————————————————–
C’è un tale che ha una biblioteca vastissima, migliaia e migliaia di volumi; questa biblioteca ha solo un grave difetto: i libri non sono ordinati secondo alcun ordine logico, e ciò crea una gran confusione. Così, un giorno, questo tale decide di fare la cosa che aveva sempre rimandato, decide che è ora di catalogare i suoi libri.
Essendo una persona molto precisa, però, procede in questo modo: cataloga tutti i libri più volte, a seconda di criteri diversi. Per esempio: prima li cataloga per anno di edizione, poi li cataloga per argomento, poi li cataloga per autore, poi per lingua, ecc ecc…’
Per fare ciò procede in questo modo: prende un registro (un catalogo appunto) e comincia a segnare, per esempio, tutti i libri scritti prima del 1900; poi prende un altro catalogo e vi segna tutti i libri scritti dopo il 1900; poi un altro e vi scrive tutti i libri di storia; poi un altro, il catalogo di tutti i libri scritti in italiano; poi il catalogo di tutti i libri scritti in inglese; poi il catalogo di tutti i manoscritti, e via dicendo.
Alla fine di questo immane lavoro (fatto a mano) si ritrova con un centinaio di cataloghi, e d’improvviso si rende conto che anche quelli sono fisicamente dei libri, libri che si sono aggiunti alla sua collezione e che quindi vanno catalogati. E qui nota una cosa: alcuni cataloghi fanno parte dei libri che essi stessi catalogano, altri no.
Per esempio: il catalogo dei libri scritti in italiano è ANCH’ESSO un libro scritto in italiano, e quindi deve essere catalogato in sé stesso, in altre parole l’ultimo libro catalogato nel catalogo dei libri scritti in italiano è “il catalogo dei libri scritti in italiano”.
E sono tanti altri i cataloghi che rispettano questa regola; per es. il catalogo dei libri scritti dopo il 1900 è un libro scritto dopo il 1900, e quindi si auto-cataloga; oppure il catalogo dei manoscritti è un manoscritto, quindi si cataloga; e via dicendo.
Altri cataloghi invece non rispettano questa regola; per esempio: il catalogo dei libri di storia NON E’ un libro di storia, quindi non aggiunge sé stesso in fondo all’elenco dei libri di storia; il catalogo dei libri scritti in inglese NON E’ scritto in inglese, quindi non si cataloga; eccetera.
A questo punto il tale si accorge che manca solo una cosa alla sua opera per poterla ritenere completa: i due cataloghi finali: IL CATALOGO DEI CATALOGHI CHE SI CATALOGANO e IL CATALOGO DEI CATALOGHI CHE NON SI CATALOGANO.
Prende due nuovi cataloghi ed in uno vi segna tutti i cataloghi che aggiungono sé stessi in fondo, e nell’altro segna tutti i cataloghi che non aggiungono sé stessi in fondo.
Ed ora, per finire, deve solo decidere se questi due cataloghi finali si catalogano oppure no.
E qui viene il bello… infatti mentre è logico che IL CATALOGO DEI CATALOGHI CHE SI CATALOGANO si auto-cataloga, il problema sorge con l’altro, IL CATALOGO DEI CATALOGHI CHE NON SI CATALOGANO, perché se lo scrive in fondo a sé stesso allora diventa un catalogo che si cataloga, e quindi non deve scrivercelo essendo quello il catalogo di quelli che non si catalogano, ma se non ce lo scrive diventa un catalogo che non si cataloga, e allora deve scrivercelo, ma se ce lo scrive diventa un catalogo che si cataloga, e allora deve toglierlo………………………………………………………..Insomma chi mi sa dire la soluzione? -
31 Dicembre 2005 alle 10:54 #72606EmiMembro
secondo me non c’è soluzione..anzi una si: cambiare bibliotecario
-
31 Dicembre 2005 alle 11:07 #72608fableMembro
comprare un bel pc e fare un archivio elettronico ))
-
1 Gennaio 2006 alle 23:17 #72665PablitoPartecipante
Che bello cercare un catalogo che non esiste e trovare qualcosa che non ci ricordavamo più esistesse!!!
Come diceva uno “forte” tanti anni fa “Il casino é l’arma dei forti” ehehehehehe
-
2 Gennaio 2006 alle 10:24 #72680PAOLO007Membro
come diceva l’ex capo spagnolo Francisco Franco…. AL FUEGO !!!
-
2 Gennaio 2006 alle 10:29 #72683FugzuMembro
Zenone è forse l’unico che può trovar risposta a questo divertente paradosso, peccato sia vissuto circa 2.500 anni fa..
-
2 Gennaio 2006 alle 10:33 #72684sicanosMembro
Grande Fugzu…!
-
2 Gennaio 2006 alle 10:59 #72685calycaMembro
Il paradosso di Russell!!!!! L’ho studiato al primo anno di università, il primo esame di algebra…un bell’impatto con la facoltà di matematica eppure sono riuscita ad arrivare in fondo sana e salva.
-
3 Gennaio 2006 alle 16:30 #72733BLADERUNNERPartecipante
Io sò, che Tu sai, che Io sò……….Il mio pissicologo queste le chiama pippe mentali…vero Prof????
-
3 Gennaio 2006 alle 19:24 #72745sicanosMembro
Dai Blade pero’ e’ carina…
-
4 Gennaio 2006 alle 9:22 #72765PAOLO007Membro
E’ eccezzzionale!!! l’ho dovuta leggere tre-quattro volte per capire che non la capisco haha
Ciao Sicanos tutto bene gli aeroplani? Sono aviario-immuni? (urka!) -
4 Gennaio 2006 alle 13:34 #72773sicanosMembro
Consolati Paolo, io la prima volta che l’ho letta ero convinto che ci fosse una soluzione, poi dopo un po ho dedotto invece che è un paradosso, per l’esattezza il paradosso di Russell, come Calyca ha indicato ed in quanto tale IRRISOLVIBILE. però’ mi era piaciuto, mi aveva “attizzato”…. L’aviaria? che me frega dell’aviaria, io sto nell’Esercito. ))
-
4 Gennaio 2006 alle 13:55 #72776AngelPartecipante
Troppo bella! L’ho letta più e più volte…ho sempre adorato questi paradossi…al liceo mi sono scervellata non so quanto su quello di Achille e la tartaruga (era quello di Zenone? non ricordo)…il fatto ironico è che nella loro paradossicità contengono una logica ben precisa! :o)
-
4 Gennaio 2006 alle 14:12 #72781sicanosMembro
I paradossi si chiamano tali proprio perchè nella loro incontestabile logica portano a soluzioni illogiche o per meglio dire , a NON SOLUZIONI. Filosoficamente questo ha fatto da appiglio per far affermare a qualcuno che la logica non è assoluta e che, potenzialmente, essendo noi invece condizionati da un idea di logica come “riferimento assoluto” siamo di fatto limitati e non riusciamo a vedere oltre “l’immanente” ed a percepire invece le “altre” logiche e cioè il “trascendente”.
Per cui è “logico” che ora vi siate rotti i c… leggendo questo post…
-
-
AutorePost
- Devi essere connesso per rispondere a questo topic.