Quest’anno voleva essere una spedizione speciale. C’erano rappresentanti di
It.hobby.motociclismo, It.hobby.motociclismo.scooter, cyberscooter, Lissta e
Netraiders.
Insomma tutte le realta’ virtuali alle quali Francesco Roberti aka
schiapputer e Raffaele Bianchi aka Wvespa partecipano. Non si poteva mancare
un simile appuntamento.
La preparazione e’ stata puntigliosa: gomme, corde da neve, catene,
abbigliamento.nulla lasciato al caso. Invece il tempo e’ stato benigno.
Assenza di precipitazioni e temperatura mite hanno agevolato l’impresa che e
‘ stata portata a termine in tempi ristretti.
Wvespa e’ partito (bardato e sponsorizzato dalla Tucano Urbano) il giovedì
con un’ET4 125 oramai al suo terzo Elefant il giovedì mattina alle 6.00
sulla seguente direttrice Aprica, Malora, Bernina, Rosenheim, Passau ..il
suo report e le sue sensazioni li potrete leggere su www.cyberscooter.it
Schiapputer e’ partito con la Transalp il venerdi mattina alle 6.00 sulla
seguente direttrice: Sarnico, Peschiera, prevalentemente in sardostrada, poi
statali, immerso nella nebbia fino a Rovereto, poi di nuovo sardostrada sino
a Rosenheim (come ha apprezzato le manopole e le calze termiche il vecchio
Schiapp.) e via di nuovo per provinciali stupende traversando la Baviera
verso Passau (La Baviera e’ tutto un susseguirsi di collinette, fattorie,
paesini coi campanili aguzzi, boschi, un paesaggio che incanta e non stanca
mai). Nel viaggio Schiapp era solo, ma non era solo: ogni moto incrociata
era un saluto, ogni motociclista alle aree di servizio un amico con cui
scambiare 4 parole. Ad ogni motociclista fermo sul margine della strada una
sosta per chiedere se c’erano problemi.una sensazione cosi’ bella di avere
amici in tutto il mondo si puo’ provare solo in moto!
Il viaggio non ha presentato inconvenienti di sorta. Certo non si puo’ dire
che passare il Bernina o il Brennero di mattina comporti soffrire il caldo,
ma il freddo era tollerabile.
Una volta giunto a Passau Schiapp ha avuto difficolta’ a trovare la strada
giusta per il raduno, ovviamente non segnalata. E’ bastato attendere una
decina di minuti per veder passare una vecchia Cagiva con sul sellino
posteriore 2 balle di paglia e uno zaino, segnale inequivocabile della sua
destinazione.
Alle 14.30, esattamente dopo 8 ore e mezza dalla partenza e circa 670 km
schiapp era sul posto. Inutili le telefonate a Wvespa e a Stefano Pelati di
IHM. I Netraiders erano indietro di parecchie ore.
Einstein una volta disse che 2 sole cose sono infinite: l’universo e la
stupidita’ umana.
Schiapp dette prova della seconda delle 2 cose, pensando di entrare nella
bolgia del raduno in transalp, sperando di essere visto dagli amici. La
Transalp era gommata bene, pero’ la neve alta circa 20/30 cm nei campi si
stava sciogliendo creando un vero e proprio pantano nelle ripide e strette
stradine del raduno, percorse solo da agili enduro monocilindriche e da
sidecar.
Pertanto dopo 2 “insabbiamenti” (chiamiamoli cosi’.) e una caduta nella
melma, decise che era + igienico portar la Transalp fuori dall’acquitrino e
girare a piedi, in equilibrio peraltro molto precario.
Una premessa va fatta: entrando nel recinto del raduno bisogna spogliarsi da
tutti i pregiudizi e le convenzioni che la vita “normale” comporta: si
finirebbe per fare i turisti allo zoo o quantomeno dei curiosi osservatori
di persone da definire, con un eufemismo, “eccentriche”.
Tolto ogni potere al proprio Super Io si puo’ entrare ed apprezzare
veramente l’Elefant.
Spettacolare e’ l’aggettivo giusto; spettacolari sono i sidecar.alcuni vere
e proprie opere d’arte rifiniti in ferro battuto, camuffati, trasformati in
sculture.
Spettacolari gli abbigliamenti di taluni personaggi, vestiti da antichi
Celti o Vichinghi, con tanto di corna sull’elmo.
Belle le tende.Igloo, canadesi, teepee, e in mezzo ad esse, moto di ogni
tipo, dalle custom alle stradali, dalle sportive alle agili enduro
monocilindriche, queste ultime le uniche davvero funzionali nel pantano.
Calata l’oscurita’, lo spettacolo diventa surreale: fumo acre ovunque
(davanti ad ogni tenda c’e’ un fuoco, per cucinare e scaldarsi), legna.balle
di paglia per poggiarci sopra il sacco a pelo, spiedini ove cuociono
porchette, e birra.tanta birra. Nell’aria petardi e fuochi d’artificio,
nelle stradine sidecar che vanno avanti e indietro derapando in
continuazione, insabbiandosi nella melma.e allora via 2 o 3 volentarosi a
spingere e poi essere trascinati per 20 metri nella melma.
Insomma pareva un accampamento militare nel bel mezzo di una battaglia
Ma soprattutto un calore umano, un’amicizia tra tutti.Italiani, Spagnoli,
Tedeschi, Polacchi, Austriaci, tutti con le proprie bandiere, tutti pronti
ad aiutarti, ad invitarti alla loro tenda a bere qualcosa, a tirarti fuori
dal fango (Schiapp l’ha sperimentato) e a darti una pacca sulla spalla d’
incoraggiamento.
Insomma una complicita’ e un cameratismo veramente straordinari.
Wvespa per strada si era aggregato ad un gruppo di vespisti di Modena. Fra
questi un ragazzo (privo dell’intero avambraccio sinistro su una Vespa 50
(vedi foto) con la quale pochi se la sentirebbero di farci 5 km. E in
birreria Schiapp e Wvespa ascoltavano estasiati le sue imprese.L’elefant, l’
inghilterra, l’Isola di Mann.Non c’era vanto nelle sue parole, solo passione
pura per una vespa che pareva diventata una ragione di vita. La sera la
cena nella baracca, dove sul tavolo a fianco c’era un ragazzo sdraiato che
dormiva, sulla trave del soffitto appesi gli scarponi e i calzini ad
asciugare; Wvespa che abbordava le procaci cameriere, che per fortuna non
capivano una parola di quel che l’affascinante vespista diceva e finalmente
l’incontro con i Netraiders, organizzatissimi, con tanto di bandiera e corde
per le gomme.il possente Icaarus che pareva un tedesco, Sacks, Lu, il Mago
insoddisfatto del menu’ (e le posate d’argento?), il simpatico Castelberg e
gli altri, appena giunti.un po’ di casino per ordinare il cibo e poi di
nuovo nella bolgia.
Purtroppo il tempo e’ tiranno e Schiapp doveva rincasare la mattina
seguente, pertanto, mentre gli altri continuavano a riempirsi gli occhi di
immagini da ricordare, Schiapp andava a nanna.
Dopo una notte agitata (se rubano la moto.se non parte.), la partenza alle
6.30 al buio e nella nebbia; li Schiapp ebbe veramente paura.non vedeva
nulla e una caduta (nella sua fantasia di bambinone 42enne) avrebbe
significato finire in bocca a qualche branco di lupi affamati che
sicuramente infestano le foreste bavaresi.pertanto, cautela, visiera alzata
e via pian pianino. Il ritorno zigzagando per la baviera verso Monaco e
cercando di eliminare sardostrade.Belle le strade tedesche con ampi curvoni,
bella la velocita’.si puo’ viaggiare quasi sempre sui 100 km/h senza
problemi. Inesistenti i semafori. Il ritorno, via Brennero lungo le statali
e per il passo della Mendola e del Tonale, sotto un sole abbagliante.
Tanto bello il percorso che invitava a piegare, ma sempre col pericolo di
incontrare un lastrone di ghiaccio dietro il tornante, pertanto, mai
esagerare: una caduta in montagna da solo e per di piu’ con una transalp
carica e pesante oltre 230 kg e’ un’eventualita’ molto pericolosa. Dopo 11
ore e 700 km, il buon Schiapp rientrava alla base, ma il suo cuore
continuava a volava alto..
L’elefant non e’ solo un raduno, e’ una malattia, che ti pervade sino a
possederti, che ti spinge a fare cose assurde, a soffrire pur di arrivare,
per essere parte di una grande festa.
By schiapp
Categorie: Incontri 2002
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