Ettore

Credo che si chiami Ettore, almeno onomatopeicamente …fa un rumore di TRTRTRTRATTORE.

Era un annetto che cercavo una moto da enduro per cominciare ad andare per la polvere e tornare a quelle “origini” che non ho mai vissuto, sapendo che l’enduro è una base importante per saper mandare una moto, e familiarizzare con la perdita di aderenza e la gestione del mezzo.
Inoltre c’erano altri motivazioni: la mia condizione di pendolare (abito a 40Km da Firenze) mi obbligava a venire a lavoro in auto e spararmi 80Km al giorno + autostrada solo per avere autonomia di movimento una volta giunto a Firenze. Non avevo più voglia di questo tipo di vita, volevo ricominciare a prendere il treno, che in 17 minuti netti mi portava da stazione a stazione in barba alla coda in autostrada e al consumo di gasolio e vita dell’auto.
Avendo un mezzo da tenere sul luogo di lavoro, tipo scooter, potrei ricominciare a venire in treno (risparmiando un botto) ed avere comunque autonomia di movimento una volta arrivato a Firenze.

Per questo cercavo una moto che rispondesse ad alcune caratteristiche di base:
– Costo di assicurazione e bollo minimi
– Costo di acquisto minimo
– Versatilità per essere guidata anche in città
– Di indole OFF
– Affidabile
– Della cui manutenzione mi possa occupare personalmente senza meccanico.

Studiando la situazione mi sono accorto che un mezzo “d’epoca” avrebbe risolto parecchi di questi problemi, e visto che l’idea mi piaceva anche moltissimo (amo i mezzi d’epoca) ho cominciato a cercare un Dominator serie ’88 con doppio avviamento, oppure un DR600.
Dopo un’occasione soffiata a Bologna per un bel Dominator, e dopo quasi un anno di ricerche, ho trovato l’annuncio di questo mezzo tenuto in modo quasi maniacale (fermo da 3 anni) e con relativamente pochi chilometri per l’età che ha.
Fidandomi ciecamente del venditore sconosciuto (unico proprietario), me la sono portata via con l’aiuto di un amico, e da circa un mesetto l’ho messa in garage accanto alla Fazer e ci sto lavorando su, immerso nel puro divertimento di riportare in vita un mezzo assolutamente degno di essere usato.
I lavori che ci ho fatto sono i seguenti:
– Pulizia e decapaggio del serbatoio da
incrostazioni e placche di ruggine, fortunatamente molto superficiali,
con acido fosforico;
– Trattamento del serbatoio con Tankerite. La Tankerite è uno smalto bicomponente che serve per incapsulare l’interno del
serbatoio;
– Pulizia e “schiccolamento” totale del carburatore e relativi getti e
accessori e leggera disincrostazione del tutto con aceto;
– Cambio candele;
– Cambio filtro aria (era disintegrato, e mezzo se l’era mangiato il motore);
– Cambio olio e filtro olio;
– Ingrassaggio cavi (non era necessario ma non si sa mai)
– Smontaggio impianto di scarico, fosfatazione delle tracce di ruggine e
spazzolatura e riverniciatura con vernice ad alta temperatura (che a mio avviso si staccherà presto);
– Riparazione finale di scarico con fosfatazione dei punti di ruggine,
spazzolatura, otturazione di una fessura con stucco metallico
bicomponente e verniciatura con vernice ad alta temperatura. Speriamo
che regga almeno un annetto;
– sostituzione dei vecchi bulloni di fissaggio dei collettori di scarico con bulloni in acciaio inox;
– Pulizia pistoncino pinza freno anteriore
;
– Spurgo olio freni;
– riverniciatura cornice della targa;
– cambio batteria;
– riverniciatura del portabatteria;
– filtro “fispino” aggiuntivo per la benzina;
– controllo valvole: er