L’Umbria nell’autunno avanzato

Ieri, sotto un cielo grigio plumbeo, per niente scoraggiato mi infilo nella corazza da astronauta della Spidi; temperatura tra i 3 e gli 8 gradi a seconda della zona e dell’altitudine; sono le 10.30.

Appuntamento alle 11.30 al casello di Orvieto con il Coccodrillo.
Poca gente per le strade e dopo le curve della Gubbio-Piccione-Pianello, 20 minuti di noia sulla E45 mi regalano la strada lungo il lago di Corbara, quasi deserta, pulita, tutta per me! Il lago è ad un livello molto basso e il corso d’acqua che lo alimenta è quasi in secca.
Ondeggio tra le belle curve con un occhio sempre al panorama.

Dopo poco, troppo poco, arrivo puntuale al casello di Orvieto e, dopo i saluti e una bella colazione, decidiamo di arrampicarci sulla strada che da Baschi porta a Todi, attraverso Montecchio e Izzalini.

Anche qui siamo quasi soli, un gruppo di motociclisti che transita in senso contrario ci saluta con entusiasmo.

Appena arrivati in quota, quando i fitti alberi lo permettono, ci si offre il panorama sul lago di Corbara e su quello dell’oasi del WWF di Alviano, ma decidiamo di godercelo senza fermarci…anche le curve sono una goduria.
Un bivio ci indica a 4 km il paese di Civitella del Lago; decidiamo di fare la piccola deviazione e arriviamo al paese, da cui si scorge ancora il panorama da un’altra angolazione.

Tornati sulla strada ‘principale’ ci affrettiamo a raggiungere Todi, da cui poi saliremo sui monti Martani, meta designata per il pranzo di rito.

Da Ponte Rio la strada che sale è piuttosto deformata, ma per fortuna priva di ghiaia e foglie e soprattutto totale assenza di macchine (sono le 13).
In poco tempo arriviamo in quota e inziamo a scorgere le colline della zona di Montefalco, dove si produce il prezioso Sagrantino; lo sfondo, all’orizzonte, è quello dei monti Sibillini, avvolti da una coltre plumbea.

Pochi km e siamo a Bastardo (paese arcinoto per il suo singolare nome) da cui prendiamo la deviazione per Giano dell’Umbria.

Da qui si sale ai Monti Martani, dove in cima, all’altitudine di 1094 metri, ci attende (speriamo che sia aperto) il rifugio S. Gaspare (http://www.travelumbria.it/sangaspare/).

Le auto in sosta sul piazzale non lasciano dubbi: la porta è chiusa per il freddo ma il servizio ristorazione è aperto!!!

Parcheggiamo e appena tolto il casco ci accorgiamo della temperatura rigida (4 gradi).
Appena aperta la porta ci troviamo di fronte ad un camino gigante dove si sta cuocendo la carne e si scaldano i testi (o panàri, come li chiamiamo a Gubbio), dischi anticamente di pietra, ora di una mescola cementizia, che vengono scaldati sulla brace e una volta arroventati vengono utilizzati per cuocere la tradizionale ‘torta’ (crescia a Gubbio).

Ci fanno accomodare su un tavolino tra i tanti già occupati e ci propongono antipasti, primi, grigliata mista; il Cocco ovviamente pensa bene di ordinare TUTTO!

Da qui la cosa è lunga ma la faccio breve: 4 antipasti (affettati e formaggio, crostini misti, coppa e pecorino molto stagionato, coratella di agnello), 3 primi (strozzapreti ai funghi e tartufi, gnocchi ai funghi, gnocconi di pane tipo canederli con funghi), grigliata mista con patate arrosto, acqua, vino rosso della zona buonissimo, caffè e amaro.
Il tutto per la cifra di 25 euro.

Un pò pallonzolanti usciamo alle 15.30 e prima di partire riprendiamo una boccata d’aria ben coperti dal freddo pungente.

La giornata volge al termine, da qui a Foligno, passando per Bevagna, la discesa è veloce e all’altezza della Flaminia ci separiamo, io in direzione Fano e Coccodrillo in direzione Roma.
Per me 40 minuti e sono a casa, lui ci metterà un pò di più ma sono certo che ne è valsa la pena…una giornata da ricordare!

La zona ovviamente la conosco bene, anche se il tratto di strada da Baschi a Todi non l’avevo mai fatto…potrei considerarlo un giretto domenicale, ma