La mia peggior figura da scemo (in moto)

Questa non l’ho mai raccontata neanche a mia moglie. L’ho postata con un nick falso su it.hobby.motociclismo il giorno dopo, quindi il 30/09/2001. Qui non credo di averla mai raccontata, o almeno non ricordo. Pero’ ve la voglio raccontare. Confessare a volte fa bene. Se qualcun altro vuole raccontare la sua figura da scemo, si accomodi… 🙂

Ieri. Tempo brutto ma chissene. Milano, Bormio, Stelvio. Arrivo su
che nevischia leggermente. Zuppa di gulash e strudel al Tibet. Meglio
muoversi che il nevischio si sta facendo orizzontale. Discesa tutto
ok, nonostante il tempo e la solita ghiaietta. Bormio, tempo
discreto. Passo del Fuscagno, piove. Livigno, tempo buono. Scanso un
asino che attraversa la strada all’improvviso (non un automobilista
distratto, proprio un quadrupede). Passo della Forcola. Tempo infame.
Pioggia e nuvole e foschia/nebbia. In un pezzo di asfalto vitreo
faccio una curva alla Mc Coy. Vabbe’: il peggio arriva adesso. Verso
Tirano.

Avete presente il trenino svizzero che arriva a Tirano? Quello rosso
… le cui rotaie attraversano allegramente la strada per correre ora
a sx ora a dx? Bene. Un po’ per la stanchezza, un po’ per la nebbia e
la pioggia … prendo troppo larga la curva a sx prima dell’ultima
stazioncina che precede Tirano. Ma questo e’ ancora niente. Proprio
in quella curva le rotaie passano dalla mia sx alla mia dx
… e io, prendendo la curva troppo larga, mi ci sto infilando dentro.
Qualsiasi manovra vuol dire rischiare di andare per terra (e forse finire comunque sulle rotaie in scivolata, perche’ non c’e’ alcuno sbarramento).

Mi infilo tra le rotaie. Cerco di stare in piedi. Per puro culo ci
riesco. Mi fermo. Cerco di scavalcare la rotaia ma non ci riesco.
L’interasse della moto e’ tale per cui le ruote affondano proprio
nello spazio tra le traversine. Anzi, quasi tocco sotto il motore.
Non c’e’ spazio per far scendere il cavalletto e sollevare
l’anteriore oltre la rotaia. Cerco di andare avanti per salire sugli
scambi che vedo poco piu’ avanti. E’ difficile perche’ la ruota non ha abbastanza angolo, e la gomma bagnata scivola sulla traversina bagnata.
All’improvviso mi rendo conto che se non riesco a superare lo
scambio mi ci incastro la ruota davanti, come le moto esposte al
motosalone. Comincio a sudare; altro che goretex.

Avanti non riesco ad andare. Indietro nemmeno. E’ gia’ tanto se
riesco a stare in piedi. Comincio a suonare, sperando che dalla
stazione, a una cinquantina di metri, qualcuno mi senta. Macche’.
Passa qualche macchina, io mi sbraccio, Avvertite la stazione,
cazzo!, e quelli rallentano e se ne vanno, come se fosse normale
vedere una moto ferma in mezzo ai binari. Comincio a preoccuparmi del
treno. Vabbe’ che arriva piano perche’ la stazione e’ vicina, ma c’e’
la curva, non si vede un cazzo e poi non e’ che il macchinista si
aspetta di tamponare una moto …

Esce un ragazzino dalla stazione. Sara’ altro 1.50, e pesera’ 40
chili bagnato. La mia moto pesa 200 chili, piu’ il pieno appena fatto
e il bauletto. Il ragazzino mi chiede, serissimo, con il suo accento
svizzero, se la moto ha la retromarcia. Non ce l’ha, cazzo, spingimi sopra la
rotaia. Non ce la fa, e poi la gomma scivola sulla rotaia, non ha
abbastanza angolo. In piu’ la gomma dietro schizza il pietrisco e
affonda sempre piu’. Al massimo potrei riuscire a bruciare la
frizione. Se scendo per cercare si sollevare l’avantreno e’ sicuro
che la moto va per terra; ma poi, come cazzo faccio? Pesa sempre un
quintale. Esce un altro ragazzo dalla stazione per vedere che fine aveva fatto
l’altro. Corre verso la curva per bloccare il treno caso mai arrivi.

Fortuna che si ferma una macchina. Escono due ragazzotti svizzeri.
Uno dei due m