- Questo topic ha 14 risposte, 12 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 19 anni, 4 mesi fa da
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Una coppia di vecchietti si è spinta in avanscoperta nelle Marche. Nei bivi o trivi, lo scout Biros sceglieva sempre la strada più impestata … io lo guardavo e dicevo: andiamo a cercar rogna?? Il cenno del capo di risposta era eloquente …. : ” Andiamo a cercar rogna”. Il trentino se era portato una specie di motosega senza motore per aprirsi la strada anche contro l’evidenza …… tagliava così tanto che anche i rami più grossi si arrendevano autosegandosi: tanto era inutile resistere. Finchè non siamo arrivati nel posto delle foto. Li c’erano una serie di gradini puntuti di scoglio bianco alti un mezzo metro, su un sentiero lago 20 centimetri e il burrone a valle. Comunque abbiamo svalicato un paio di montagne partendo da Cerreto d’esi (AN) e arrivando a Gualdo Tadino + ritorno; tutto in fuoristrada e senza pranzo. Poi la sera Telefonata a Zivas per cenare insieme, con 2 sorprese, quella bella la presenza oltre che della coppia eugubina (zivas + Valeria) anche dei Coccodrilli … quella brutta 40 eu a cranio in un agriturismo … peraltro bellissimo … ma che trombata!!
Domenica mattina giri su una pista abbandonata da paura, io sono riuscitoa fare 4 giri … Il prode Lorenzo se ne è sparati 8 o 9 …. alla prossima!!
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L’evidenza è una bestia strana. A volte anche le cose più ovvie non appiano agli occhi di chi non vuol vedere. Un sentiero che si nasconde non vuol dire che non esiste, vuole solo essere scoperto.
La motosega senza motore, ovvero, l’estensione meccanica della curiosità che apre la via a chi cerca “altrove”, verso una meta forse improbabile ma desiderata. Poco conta se alla fine non avremo la cima, sono i faticosi metri che ci separano da questa che danno il gusto. Osiamo ad ogni bivio o trivio, come dice ED. Non dovremmo?
Non siamo palestrati, non siamo arditi e neanche impavidi incoscienti. Siamo solo dei curiosi, curiosi di noi stessi e del mondo che ci è permesso. Quando possiamo cerchiamo solo di allargarne i confini.
E’ stato un week pieno. Andare a zonzo per sentieri ignoti per ore ed ore senza mai perdere il controllo della situazione, con andatura rilassata (senza attardarsi…) e sicura. Ecco, vedo Scal sulla rampa, una rampa lunga, diritta e pendente, axxo se pende! E Scal in piedi, avrà la seconda o terza, non so ma vedo. Lo vedo salire sicuro come una freccia appena scoccata. Si vede che è il padrone del miscuglio magico fatto di moto e terra e movimento.
Non lo direi ma mi sembra che anche lui cerchi rogne in questo sabato solare in non so più quale regione italiana.
Ora però abbiamo un percorso in testa, da percorrere con i netoff che ne avranno voglia, prima o poi.
In fondo un sabato cosi l’abbiamo fatto un pò anche per voi, polverississimi amici.
La domenica invece ce la siamo presa comoda (si fa per dire). Niente scoperte. Solo la tranquilla certezza che certe piste abbandonate sono un massacro al di sopra delle nostre capacità.
Ma non si può voler tutto dalla vita. O no?
Un abbraccio a tutti. -
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Caro Biros,questi net non finiscono mai di stupirmi!…con quattro parole hai saputo descrivere quello che è lo spirito dell’andar per boschi, sentieri e vette. La voglia di scoprire, la curiosità di vedere…e poi cosa c’è, se vado oltre quella curva cosa scoprirò, se raggiungo quella sella i miei occhi cosa scopriranno!! questa è la filosofia che mi fa godere quando vado in fuoristrada.E ancora di più quando c’è qualcuno che la pensa= CIAO e a presto.
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Il fuoristrada è sincero e spietato, non serve fingere o nascondersi, alla fine sei sempre tu la moto e la difficoltà da superare, spesso non è andare forte o andare piano, il problema è andare! E lo scenario impone un’andatura minima, poi ci sono i bravissimi, ma questa è un’altra storia.
Fuoristrada si capiscono subito i ruoli ed i compiti, inutile dirlo. C’è quell’insieme di destrezza ed intraprendenza che determina la figura traente, quello che vuole con forza e determinazione. Quando andiamo Lorenzo ed io questo compito spetta a lui … e lo esercita con la massima dedizione. Inutile mentire o cercare di nascondersi nel mucchio … li tutti sono già impegnati del suo … ma torniamo a noi, questi 2 giorni, ma soprattuto il primo, ci ha visto recitare le solite parti, ma una volta tanto mi sono sentito “capace di interpretare le situazioni” con il piacere per nulla intaccato dalla preoccupazione o dal timore, Lorenzo sempre il riferimento e lo stimolo … ma più di sempre vicini “nel sentire” questo nostro gioco …..
Siamo andati senza attardarci, a volte anche un pelo di più, senza rischiare ma con la consapevolezza di aver imparato un altro po. Ora abbiamo un percorso che merita un incontro Net polverosi, e le possibilità si impennano in un’orgia esponenziale, solo pensando ai mille sentieri appena intravisti … o solo immaginati .. a presto tasselli imprudenti!!
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Con tanto, ma tanto rimorso per… non aver fatto il fanalino di coda (come al solito….) forzatamente a casa per impegni familiari, vi ho pensato (e telefonato…
).Il “piacere della scoperta” è alla base di ogni esplorazione o avventura. Basta “voler vedere” come giustamente dice Biros.
La vostra scelta era tra ampliare gli orizzonti affidandosi ad altri o tentare da soli. Facendovi guidare da qualcun altro avreste (forse) imparato prima (e di più) ma…. volete mettere l’averlo conquistato da soli, con i vostri mezzi?Un BRAVI incondizionato!
Sulla scelta però di passare la domenica a rischiare la pelle sulla pista di CastelRaimondo preferisco non commentare :-DDDDDDP.S. Non c’è bisogno di aggiungere che alla prima occasione……. corro e testare il nuovo percorso (e magari il “muro” di CastelRaimondo…)
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