Un bel venerdì di ferie (lo sarebbe stato anche se avesse piovuto a dirotto !!), Vindea da Trento, Lupo Solitario da Mondonuovo, Steve da Pianoro, Rik da Granarolo e By Peter da S.Donato, abbiamo deciso di trovarci alle 9,00 al mottagril in prossimità di Castel San Pietro per raggiungere l’Abruzzo.
Il prologo è stato ben propiziato anche dalla presenza inaspettata sul posto di Gigi che ha voluto tenere in mano la bandiera dello starter per poi, a malincuore, salutarci. Due clik + della manopola del forcellone , dico ad Alfapora: “ Passa a Turing” , pochi secondi ed è pronta, si parte. Dopo ca 150 km di noiosa autostrada , a Fano infiliamo le Gole del Furlo diretti a Fossombrone, Acqualagna, GualdoTadino. A Nocera Umbra è stato necessario rimettere un po’ di broda nei cavalli eccezion fatta per l’RT di Vincenzo che pare abbia una capacità di serbatoio di una bettolina. Già che ci siamo fermati anche lo stomaco ha reclamato un po’ di combustibile quindi ecco il primo contatto con salumi, formaggi e vinelli del centr’Italia che sono sempre uno spettacolo. Alla pari dell’RT, Steve e Lupo hanno capacità del serbatoio notevoli, solo che i consumi evidentemente non sono paragonabili perchè le ricariche sono molto più frequenti !
Si riparte. Foligno, Spoleto, Terni, Rieti. L’idea era quella di attraversare le famose gole di Antrodoco ma… scopriamo poi che avremmo dovuto prendere per Ascoli anzichè per l’Aquila ! Naturalmente prima di partire le previsioni davano bello fino all’Abruzzo dove avremmo trovato …. acqua “a tenda” proprio negli ultimi 50 km. Mannaggia, mi tocca mappare Urban ed ammorbidire l’ammortizzatore! Fatto stà che alle 16 ca, guidati dal TOMTOM, approdiamo ad un B&B veramente gradevole, di recentissima realizzazione con un’ospitalità della gestione degna del popolo autoctono; località Tempèra – Paganica. Grazie ad appoggi sul posto, la sera dopo una onesta degustazione in agriturismo, e fortunatamente dopo che è spiovuto, siamo stati accompagnati nella “Zona Rossa” della città. Bhe è stato come visitare in terapia intensiva un paziente con encefalogramma piatto. L’Aquila vecchia, è una città nella quale il tentativo di mantenerla viva da parte dei cittadini, è evidente. Dalla Fontana Luminosa, entrando verso il centro, si incontrano da prima pochi esercizi di ristoro faticosamente resi agibili al piano stradale , sovrastati da palazzi disastrati che per poter essere messi in sicurezza, sono cinturati con tonnellate di travature metalliche. Questi locali sono molto frequentati dai giovani studenti universitari che occupano a gruppi buona parte del Corso Vittorio Emanuele. L’ultimo tratto percorribile è Piazza Duomo dove tutte le luci sono accese ma la vita è a zero. Ovunque opere di sostegno e recinzioni. Il lavoro messo in campo è stato veramente enorme, si vede! Come si vede che non sarà possibile ricostruire una città così ridotta a meno di investire cifre inimmaginabili. La gita prosegue con la rapida visita alle 99 cannelle, nonostante tutto ancora zampillanti. Dopo una notte che Steve ed io abbiamo tranquillamente riposato, vado a bussare alla porta del trio “segheria” (nel senso di rumore ….). Lupo appare subito poco soddisfatto della notte passata e questo lo mette di cattivo umore tanto da contestare persino la colazione per come è stata proposta. Inaudito !!! Si parte all’asciutto verso la valle dell’Aterno, Alfapora passa in Sport e 3 clik + dietro. A giudicare da come viaggiamo appaiati, Rik ed io abbiamo applicato lo stesso setting del ferro. Io sono davvero incollato a terra anche se la strada ha alcuni tratti piuttosto sconnessi. Seguo da vicino la splendida motoretta di Rik che finalmente, dopo quasi 5000 km, ha provato a mettere in Sport, con ottimi risultati a giudicare dall’andatura! Poco meno di 50 km di ottima strada in assoluta assenza di traffico, in mezzo alle montagne più alte dell’Appennino. Il bello viene ora da Secinaro all’altopiano delle Rocche è un percorso gradevolissimo. Il paesaggio alle pendici del Sirente è davvero spettacolare con l’aiuto delle nuvole che disegnano sulle cime della montagna chiari- scuri lasciando filtrare a pezzi la luce del sole settembrino. Che soddisfazione …… alla faccia di chi dice che 150 cavalli non servono a nulla. Traffico ancora zero, temperatura 20 gradi asciutto e tra l’altro zero polizia e velox insomma uno spettacolo.
Soddisfatti decidiamo la pausa pranzo scendendo a quota 1300 nel comune più alto d’Italia: Rocca di Cambio. Ancora il pranzo ha lasciato Lupo insoddisfatto, è proprio una giornata NO ! La discesa per raggiungere i 700 m.s.l.m. de l’Aquila è suggestiva per la presenza del Gransasso che fa’ da cornice alla città vista dall’alto. Veloce rifornimento e risalita sulle spettacolari curvone del passo delle Capannelle. Ma che gusto c’è a guidare in queste condizioni ?! E’ veramente una libidine. In breve Campotosto è raggiunto , facciamo il giro del lago e decidiamo di cambiare obiettivo. Piccolo conciliabolo; Vincenzo vorrebbe toccare il mare Adriatico, Lupo vorrebbe andare a Perugia perché c’è università degli stranieri e pensa subito a qualche extracomunitaria giovane…., Rik vorrebbe andare a Pozzuoli ?!?…., Steve … va dove lo porta la sua Transalp. Qui alle 15 ca, maturiamo la peggiore delle soluzioni: Perugia. Amatrice, poi prima di Norcia, all’uscita del tunnel delle Forche Canapine, acqua a catinelle quel tanto da doversi attrezzare per non più di 5 km poi nuovamente asciutto. Arrivati sulla Valnerina , è cambiato il mondo, pulman, camper, Polizia, autovelox, Carabinieri ma noi nulla, neppure il sospetto… Traforo del Cerro , quindi seguendo la nuova Flaminia , Foligno e Perugia. Prova a trovare 5 posti letto il we della Passeggiata della Pace nell’anno in cui c’è stato il massimo delle adesioni !!!!
Penso di non aver mai odiato la Pace come quel momento. Dopo un interminabile pellegrinaggio tra hotel, B&B, stanchi ed affamati alle 20,10 in località Piccione troviamo 2 stanze ed un piatto caldo. Naturalmente avendo accontentato Lupo passando da PG, ora accontentiamo Vindea e ripartiamo domenica con obiettivo Adriatico alto. Umbertide, Città di Castello, San Sepolcro per prendere la Marecchiese e salire al passo Viamaggio. Tutto il percorso verso la Romagna non ha più le caratteristiche che abbiamo trovato ieri mattina. Un sacco di moto, un sacco di ff.oo., “cattivissimi” e velox come se piovesse! Non si può gustare la libertà. Pazienza, ci rinfranchiamo alle 13,30 con una frittura di paranza consumata sul porto canale di Cesenatico. Un ringraziamento agli amici di gita per la compagnia e la disponibilità profusa per i 1150 km .AAlla Alla prossima!
By Peter & Alfapora
Il prologo è stato ben propiziato anche dalla presenza inaspettata sul posto di Gigi che ha voluto tenere in mano la bandiera dello starter per poi, a malincuore, salutarci. Due clik + della manopola del forcellone , dico ad Alfapora: “ Passa a Turing” , pochi secondi ed è pronta, si parte. Dopo ca 150 km di noiosa autostrada , a Fano infiliamo le Gole del Furlo diretti a Fossombrone, Acqualagna, GualdoTadino. A Nocera Umbra è stato necessario rimettere un po’ di broda nei cavalli eccezion fatta per l’RT di Vincenzo che pare abbia una capacità di serbatoio di una bettolina. Già che ci siamo fermati anche lo stomaco ha reclamato un po’ di combustibile quindi ecco il primo contatto con salumi, formaggi e vinelli del centr’Italia che sono sempre uno spettacolo. Alla pari dell’RT, Steve e Lupo hanno capacità del serbatoio notevoli, solo che i consumi evidentemente non sono paragonabili perchè le ricariche sono molto più frequenti !
Si riparte. Foligno, Spoleto, Terni, Rieti. L’idea era quella di attraversare le famose gole di Antrodoco ma… scopriamo poi che avremmo dovuto prendere per Ascoli anzichè per l’Aquila ! Naturalmente prima di partire le previsioni davano bello fino all’Abruzzo dove avremmo trovato …. acqua “a tenda” proprio negli ultimi 50 km. Mannaggia, mi tocca mappare Urban ed ammorbidire l’ammortizzatore! Fatto stà che alle 16 ca, guidati dal TOMTOM, approdiamo ad un B&B veramente gradevole, di recentissima realizzazione con un’ospitalità della gestione degna del popolo autoctono; località Tempèra – Paganica. Grazie ad appoggi sul posto, la sera dopo una onesta degustazione in agriturismo, e fortunatamente dopo che è spiovuto, siamo stati accompagnati nella “Zona Rossa” della città. Bhe è stato come visitare in terapia intensiva un paziente con encefalogramma piatto. L’Aquila vecchia, è una città nella quale il tentativo di mantenerla viva da parte dei cittadini, è evidente. Dalla Fontana Luminosa, entrando verso il centro, si incontrano da prima pochi esercizi di ristoro faticosamente resi agibili al piano stradale , sovrastati da palazzi disastrati che per poter essere messi in sicurezza, sono cinturati con tonnellate di travature metalliche. Questi locali sono molto frequentati dai giovani studenti universitari che occupano a gruppi buona parte del Corso Vittorio Emanuele. L’ultimo tratto percorribile è Piazza Duomo dove tutte le luci sono accese ma la vita è a zero. Ovunque opere di sostegno e recinzioni. Il lavoro messo in campo è stato veramente enorme, si vede! Come si vede che non sarà possibile ricostruire una città così ridotta a meno di investire cifre inimmaginabili. La gita prosegue con la rapida visita alle 99 cannelle, nonostante tutto ancora zampillanti. Dopo una notte che Steve ed io abbiamo tranquillamente riposato, vado a bussare alla porta del trio “segheria” (nel senso di rumore ….). Lupo appare subito poco soddisfatto della notte passata e questo lo mette di cattivo umore tanto da contestare persino la colazione per come è stata proposta. Inaudito !!! Si parte all’asciutto verso la valle dell’Aterno, Alfapora passa in Sport e 3 clik + dietro. A giudicare da come viaggiamo appaiati, Rik ed io abbiamo applicato lo stesso setting del ferro. Io sono davvero incollato a terra anche se la strada ha alcuni tratti piuttosto sconnessi. Seguo da vicino la splendida motoretta di Rik che finalmente, dopo quasi 5000 km, ha provato a mettere in Sport, con ottimi risultati a giudicare dall’andatura! Poco meno di 50 km di ottima strada in assoluta assenza di traffico, in mezzo alle montagne più alte dell’Appennino. Il bello viene ora da Secinaro all’altopiano delle Rocche è un percorso gradevolissimo. Il paesaggio alle pendici del Sirente è davvero spettacolare con l’aiuto delle nuvole che disegnano sulle cime della montagna chiari- scuri lasciando filtrare a pezzi la luce del sole settembrino. Che soddisfazione …… alla faccia di chi dice che 150 cavalli non servono a nulla. Traffico ancora zero, temperatura 20 gradi asciutto e tra l’altro zero polizia e velox insomma uno spettacolo.
Soddisfatti decidiamo la pausa pranzo scendendo a quota 1300 nel comune più alto d’Italia: Rocca di Cambio. Ancora il pranzo ha lasciato Lupo insoddisfatto, è proprio una giornata NO ! La discesa per raggiungere i 700 m.s.l.m. de l’Aquila è suggestiva per la presenza del Gransasso che fa’ da cornice alla città vista dall’alto. Veloce rifornimento e risalita sulle spettacolari curvone del passo delle Capannelle. Ma che gusto c’è a guidare in queste condizioni ?! E’ veramente una libidine. In breve Campotosto è raggiunto , facciamo il giro del lago e decidiamo di cambiare obiettivo. Piccolo conciliabolo; Vincenzo vorrebbe toccare il mare Adriatico, Lupo vorrebbe andare a Perugia perché c’è università degli stranieri e pensa subito a qualche extracomunitaria giovane…., Rik vorrebbe andare a Pozzuoli ?!?…., Steve … va dove lo porta la sua Transalp. Qui alle 15 ca, maturiamo la peggiore delle soluzioni: Perugia. Amatrice, poi prima di Norcia, all’uscita del tunnel delle Forche Canapine, acqua a catinelle quel tanto da doversi attrezzare per non più di 5 km poi nuovamente asciutto. Arrivati sulla Valnerina , è cambiato il mondo, pulman, camper, Polizia, autovelox, Carabinieri ma noi nulla, neppure il sospetto… Traforo del Cerro , quindi seguendo la nuova Flaminia , Foligno e Perugia. Prova a trovare 5 posti letto il we della Passeggiata della Pace nell’anno in cui c’è stato il massimo delle adesioni !!!!
Penso di non aver mai odiato la Pace come quel momento. Dopo un interminabile pellegrinaggio tra hotel, B&B, stanchi ed affamati alle 20,10 in località Piccione troviamo 2 stanze ed un piatto caldo. Naturalmente avendo accontentato Lupo passando da PG, ora accontentiamo Vindea e ripartiamo domenica con obiettivo Adriatico alto. Umbertide, Città di Castello, San Sepolcro per prendere la Marecchiese e salire al passo Viamaggio. Tutto il percorso verso la Romagna non ha più le caratteristiche che abbiamo trovato ieri mattina. Un sacco di moto, un sacco di ff.oo., “cattivissimi” e velox come se piovesse! Non si può gustare la libertà. Pazienza, ci rinfranchiamo alle 13,30 con una frittura di paranza consumata sul porto canale di Cesenatico. Un ringraziamento agli amici di gita per la compagnia e la disponibilità profusa per i 1150 km .AAlla Alla prossima!
By Peter & Alfapora
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